(Classi terza e quinta insieme)
Osservate attentamente le illustrazioni
PRIMA VIGNETTA
- nella prima vignetta ci sono due rane, una piccola rana vede l’elefante e misura la grandezza dell’elefante.
- Ha individuato l’elefante come elemento importante.
La rana vuole diventare grande come l’elefante.
SECONDA VIGNETTA
La rana pur di diventare grande come l’elefante si gonfia
Io vedo una rana che sta pensando e vuole diventare grande come l’elefante e lo prende in giro. Quest’altra rana sul fungo non capisce che cosa sta succedendo.
Lei sta pensando che sta diventando grande come lui
Però se lo immagina.
In tutte le vignette c’è sempre un albero.
Che cosa centra ? chiedono indispettite due bambine
Qualche volta è più piccolo.
Ma che cosa centra ?
Secondo me l’albero si può tralasciare.
Secondo me ci dice che siamo sempre nello stesso ambiente.
Questo albero, insieme ad altri elementi, servono a farci capire che la scena si svolge sempre nello stesso luogo.
La rana nella seconda vignetta pensa ad un progetto
La rana piccola si domanda a che cosa pensa l’altra rana.
Come mai nella seconda vignetta la rana ha i punti interrogativi?
Perché la vede allegra e capisce che sta tramando qualcosa.
Vede la rana che si sta gonfiando.
No, non si è gonfiata ha solo cambiato posizione.
Io penso che questa rana si stia gonfiando.
Io credo che abbia mangiato l’elefante.
La rana si vede da un punto di vista diverso.
Io credo che l'ipotesi che la rana ha mangiato l'elefante sia da prendere in considerazione, ha le zampe sulla pancia, come per dire che è sazia
Anche l’ipotesi di Mattia potrebbe essere vera.
Secondo me l’elefante della seconda vignetta è il piccolo dell’elefante della prima vignetta.
Io una storia simile l’ho letta, c’era un bue ma la rana voleva gonfiarsi……..
Ma l’elefante e la rana non possono essere nello stesso habitat.
Ma come fa una rana a mangiare un elefante?
TERZA VIGNETTA
C’è la rana più piccola che ha un punto esclamativo sulla testa
Sta dicendo: "Ma cosa fa ?"
E rimasta impressionata e impaurita perché non vuole diventare così grossa
Stupore. Perché si è mangiato l’elefante.
No, perché in lontananza ci sono degli elefanti.
QUARTA VIGNETTA
Ci sono posizioni diverse
La rana grande è scoppiata.
La rana piccola piange perché ha perso la sua amica.
E un po' come la storia della staccionata, per distrazione
Dopo tutte queste osservazioni ricaviamone una conclusione
Non provare a fare l’impossibile perché ci puoi anche rimettere
- Il progetto te lo devi fare bene, non basta solo un'idea
Racconta una tua esperienza in cui hai avuto un’idea e l’hai realizzata in modo impulsivo, senza pensare alle conseguenze
Un giorno da piccolo sono andato al mare e volevo fare a nuoto un pezzo molto lungo. Siccome non sapevo nuotare bene, a un certo punto ricordo che ero con la testa sott'acqua perché stavo per affogare. I miei genitori mi riportarono in superficie. (Lorenzo B)
Una volta io ero nella piscina con l'acqua alta e, siccome non sapevo nuotare, stavo affogando e menomale c'era una tavoletta e sono ritornata su. (Aurora)
Un giorno mentre ero a cavallo pensai di poter passare sopra dei pali per terra, ma invece il cavallo inciampò. (Fabiola)
Un giorno quando ero al mare volevo camminare bene sugli scogli come il mio babbo. Allora partii subito a razzo senza rendermi conto che io non sapevo camminare sugli scogli. La conseguenza è che sono cascato. (Alessio S)
Ho copiato una compagna e ho sbagliato. (Alessio M)
Due anni fa al mare la palla andò al largo. Io pensai: "Ora vado lì e prendo la palla, poi torno a riva e tutti mi applaudono". Poi andai a prendere la palla e quando arrivai vicino stavo per affogare. Grazie alla palla, mi salvai. (Lorenzo F)
Quando ero in mare vidi un bimbo sulla schiena del suo babbo e questo bimbo fece un tuffo. A me venne in mente di tuffarmi dalla schiena di mio fratello. Quando mi tuffai mio fratello si spaventò, perché non mi vedeva tornare a galla. (Sebastiano)
Un sabato, come sempre, andai in piscina. Gemma, la maestra, ci disse: "Fate 12 vasche a 100m stile". Noi partimmo, ma a metà vasca vidi in fondo, sul pavimento una cuffia gialla ed io, piena di coraggio, andai a prenderla. Però, appena presa la cuffia, non riuscivo a tornare a galla, ero molto impaurita. Poi mossi le gambe a rana e riuscii a risalire, così continuai a nuotare. (Selene)
Ad una partita di pallone a Villa Mimbelli dovevo tirare un calcio di rigore decisivo per la mia squadra. Il giorno proma, nel caso avessi tirato un rigore, il mio amico Filippo mi aveva allenato a segnare dal dischetto. Dovevo tirare in fretta, e scelsi la potenza. Ma non presi in considerazione il fatto che il calcio di potenza dev'essere anche abbastanza preciso. Così tirai un calcio potente, ma centrale, e il portiere parò. Ma sulla respinta segnai. (Tommaso)
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